TERAMO – “Produrre meno rifiuti e riciclare”. E’ questa per il Wwf, la strada che l’Abruzzo deve seguire per uscire dall’emergenza rifiuti e non “confondere le idee ai cittadini con proposte obsolete e velleitarie come quelle degli inceneritori”. L’associazione ambientalista fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal governatore Gianni Chiodi che ha definito “inevitabile il ricorso alla termovalorizzazione”. Secondo il Wwf, il recupero di energia e lo smaltimento in discarica sono gli ultimi step di un percorso che, come indicato dall’Unione europea, passa prima per il riciclo e la “gerarchia dei rifiuti”. “Bisogna puntare subito sulla prevenzione della produzione dei rifiuti con politiche industriali capaci di incidere direttamente sui consumi – si legge nella nota diffusa dal Wwf – siamo in enorme ritardo e la piccola diminuzione dei quantitativi dei rifiuti prodotti in Abruzzo negli ultimi due anni è solo legata alla crisi ed al calo dei consumi. Sconforta in questo senso la posizione della Confindustria regionale che appare l’unica forza sociale che appoggia il ricorso all’incenerimento. Il comparto industriale, invece di sposare posizioni in difesa degli interessi monopolistici cosa sta facendo in concreto per ridurre il volume degli imballaggi e la produzione di rifiuti solidi urbani degli stabilimenti?”. “Incendiarie” definisce ancora l’associazione ambientalista le dichiarazioni del presidente della Regione. “Chiodi si pone e ci pone fuori dall’Unione Europea perché invece di colmare il divario che ci separa dalle regioni più virtuose in tema di gestione dei rifiuti opera per approfondire il baratro che già esiste tra noi e loro. Chiodi, come il suo predecessore Del Turco, non fa altro che parlare di inceneritori che hanno bisogno di enormi quantità di contributi pubblici per essere costruiti e funzionare. Poi ci vogliono anni per costruirne uno mentre impianti di compostaggio per l’umido e piattaforme ecologiche per il riciclo possono essere realizzate in pochi mesi.“Appare incredibile –conclude il Wwf – che il presidente non accenni al fatto che la Regione Abruzzo non riesce ad assicurare neanche il monitoraggio della qualità dell’aria secondo i criteri del suo stesso Piano approvato nel lontano 2007. L’Arta non riesce a cercare le diossine per problemi di strumentazione. Figuriamoci se noi cittadini possiamo credere alla capacità di monitorare le emissioni di gas pericolosi che la combustione dei rifiuti comunque provocherebbe. L’emergenza si supera attuando le norme e non cercando scorciatoie che rischiano solo di bloccare per decenni l’Abruzzo su una tecnica di gestione dei rifiuti ormai ritenuta obsoleta anche a livello europeo”.
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